Quando ha creato Royal City, Jeff Lemire ha detto di voler affrontare le modalità narrative del romanzo grafico con le tempistiche di una serie mensile a fumetti. Se nel primo volume tutti i membri della famiglia Pike si confrontavano con il fantasma di Tommy, figlio e fratello scomparso prematuramente in circostanze ancora non chiarite, in questo secondo volume la narrazione si sposta in quel fatidico 1993 e seguiamo proprio Tommy in quelli che non sa ancora essere i suoi ultimi giorni.
La malinconia delle atmosfere suburbane, l’intreccio delle vite interconnesse che si trovano a crocevia individuali ai quali errori saranno commessi, via di fuga saranno cercate e trovate, e di cui per sempre resterà il ricordo di non aver saputo impedire una tragedia sono allo stesso tempo la trama e l’ordito della narrazione di Lemire, che si dimostra per l’ennesima volta un maestro delle emozioni umane. La storia si concluderà con il terzo volume.
La malinconia delle atmosfere suburbane, l’intreccio delle vite interconnesse che si trovano a crocevia individuali ai quali errori saranno commessi, via di fuga saranno cercate e trovate, e di cui per sempre resterà il ricordo di non aver saputo impedire una tragedia sono allo stesso tempo la trama e l’ordito della narrazione di Lemire, che si dimostra per l’ennesima volta un maestro delle emozioni umane. La storia si concluderà con il terzo volume.