Le donne di "Corte Sconta detta Arcana" predicono il futuro e strisciano nel buio, i capelli arruffati e gli occhi nerissimi, puzzano di cenere e di burro rancido; oppure scoccano sguardi pungenti come l'aria siberiana, e sinuose si muovono in un fruscio di vesti e pellicce dal profumo inebriante. O ancora, si lanciano senza indugio da un treno in corsa, spietate e inesorabili, i muscoli guizzanti e tesi nello sforzo di quello che è uno strumento al servizio della patria prima ancora che un esile corpo con le fattezze di ragazzina. Siano esse ombre dai tratti accennati o figure dai contorni netti e decisi, capaci di lasciare solchi profondi tra le pagine - come fa l'affascinante Marina Semjanova o la pericolosa Shanghai Lil, furia letale delle Lanterne Rosse -, le figure femminili di questo romanzo si impongono con prepotenza in un mondo di sanguinari assassini, ed è soprattutto a loro che la sapiente penna di Hugo Pratt concede la scena bianca di neve, alla loro bellezza fiera e alla tempra d'acciaio capace di schiacciare l'orgoglio meschino dei signori della guerra. Ambientato nell'Estremo Oriente all'indomani del Secondo conflitto mondiale, "Corte Sconta detta Arcana - il romanzo" racconta di come quel vento di violenza si sia spostato dall'Europa alla Russia, fino al Tibet e alla Cina. Un viaggio indimenticabile lungo i freddi binari della Transiberiana insieme con Rasputin, Semènov, il barone Von Ungern-Sternberg e Corto Maltese.