Romina, nata Romano, è donna in un corpo maschile ed è la prima operata italiana. La transessualità vissuta nell'Italia degli anni Cinquanta e Sessanta fuori dalla clandestinità, nell'ambito di una diversità che è prima attrazione da circo, poi provocazione contro il perbenismo dell'epoca. Dalle retate della buoncostume al coprifuoco, uno spaccato dell'Italia perbenista e destrorsa dell'epoca. Lo sbarco di Romina Cecconi a Volturino di Foggia, dove una pudibonda Repubblica Italiana l'aveva spedita al confino al pari d'un mafioso,
fu più o meno come l'arrivo di Boccadirosa nel paesino della canzone di De André. Questo fu
il 68 di Romina, per tutti "la Romanina". E non fu meno rivoluzionario di quello dei cortei. Romina Cecconi non è stata solo la prima transessuale italiana a farsi rendere da un chirurgo – in Svizzera – l'identità che da sempre sentiva sua. È stata anche la prima a non vergognarsene, facendo della sua scelta una bandiera di libertà. La pagò cara: umiliazioni, violenze, processi, carcere e, appunto, il confino. Questo graphic novel, progetto vincitore del premio Komikazen 2010, ne racconta la storia.